Dal primo dicembre partono gli accrediti con importi maggiorati grazie a bonus, mensilità extra e sospensione delle addizionali
A partire da lunedì 1° dicembre 2025 i pensionati italiani riceveranno gli accrediti mensili con alcune novità rilevanti. Tra bonus aggiuntivi, tredicesima, quattordicesima e lo stop temporaneo alle trattenute fiscali, le somme in pagamento saranno più alte del solito. Ma le condizioni per ricevere tutti gli importi non sono uguali per tutti.
Nel cedolino di dicembre si concentrano come ogni anno più voci retributive. Insieme alla pensione ordinaria, arriveranno infatti la tredicesima mensilità, per tutti i titolari, e la quattordicesima, ma solo per chi non l’ha ricevuta a luglio e ha maturato i requisiti nel secondo semestre. Sarà presente anche il bonus integrativo da 154,94 euro destinato a chi possiede un reddito basso, e in parallelo verranno sospese le trattenute legate alle addizionali regionali e comunali, che ripartiranno da gennaio 2026. Si tratta quindi di un mese particolarmente denso per milioni di pensionati, ma non tutte le categorie riceveranno lo stesso trattamento, e in molti casi gli importi variano in base ai requisiti anagrafici, contributivi e reddituali.
Bonus da 154,94 euro e calcolo della tredicesima: chi riceverà gli importi maggiorati
Il cosiddetto bonus integrativo di dicembre, pari nel 2024 a 154,94 euro, è stato introdotto dalla legge 388/2000 ed è confermato anche per quest’anno. Non spetta a tutti, ma solo a chi percepisce una o più pensioni inferiori al trattamento minimo e rientra in determinati limiti reddituali. È rivolto esclusivamente ai pensionati INPS, con esclusione dei trattamenti assistenziali (come assegni sociali, invalidità civile), delle pensioni ex enti creditizi, delle prestazioni per dirigenti e di tutte quelle non classificate come pensioni vere e proprie.

Per riceverlo, il reddito annuo personale deve essere inferiore a 1,5 volte il minimo INPS, se si è soli. Per i coniugati, il limite complessivo sale a 3 volte il trattamento minimo, ma resta vincolato anche al tetto personale. L’importo viene calcolato in modo proporzionale se la pensione è vicina alla soglia, altrimenti spetta in misura intera. Il bonus è accreditato automaticamente a chi ne ha diritto, con successiva verifica dei dati da parte dell’INPS.
Accanto a questo bonus, tutti i pensionati ricevono la tredicesima mensilità, che per legge è soggetta a tassazione piena. L’importo lordo corrisponde, in linea generale, a una mensilità intera, ma può variare se la pensione è stata erogata solo per una parte dell’anno. Si ottiene sommando i ratei mensili percepiti e dividendo per dodici. Non sono previste detrazioni su questa mensilità, quindi il netto sarà più basso rispetto al normale. Le aliquote IRPEF restano quelle ordinarie: 23% fino a 28.000 euro, 35% fino a 50.000, e 43% oltre tale soglia. Le ipotesi di una possibile agevolazione fiscale o esenzione IRPEF, discusse nelle fasi iniziali della legge di bilancio 2026, non sono state confermate.
Quattordicesima mensilità e stop alle trattenute: quali requisiti servono e quando arrivano
A ricevere la quattordicesima mensilità a dicembre sarà la seconda fascia di beneficiari, cioè coloro che hanno maturato i requisiti nel secondo semestre 2025. Si tratta principalmente di chi ha compiuto 64 anni dopo il primo luglio o ha raggiunto il diritto alla pensione nel corso dell’anno, rispettando comunque il vincolo anagrafico. Il pagamento è automatico ma provvisorio, in attesa dei controlli reddituali definitivi.
Gli importi variano in base agli anni di contributi versati e alla fascia di reddito. Chi ha meno di 15 anni di contributi (o 18 per gli autonomi), con un reddito personale non superiore a 1,5 volte il minimo, riceve 437 euro. Se il reddito è compreso tra 1,5 e 2 volte il minimo, l’importo scende a 336 euro. Con anzianità tra 15 e 25 anni (o 18-28), gli importi sono 546 euro (prima fascia) o 420 euro (seconda fascia). Per chi ha oltre 25 anni di contributi (28 per autonomi), si sale a 655 euro o 504 euro, sempre a seconda del reddito. La somma viene erogata sul cedolino di dicembre, insieme agli altri accrediti previsti.
Infine, le trattenute fiscali regionali e comunali vengono sospese. Come ogni anno, queste cessano con la mensilità di dicembre, dopo essere state ripartite da gennaio a novembre in undici quote. La sospensione temporanea comporta un lieve aumento netto rispetto ai mesi precedenti, ma non incide sulle imposte complessive dovute. Il prelievo riprenderà regolarmente da gennaio 2026. Anche questo fattore contribuisce a far apparire l’importo della pensione di dicembre più alto del normale, ma si tratta solo di una pausa tecnica.
