YouTube chiede documenti o selfie per verificare l’età: l’AI blocca gli account sospetti, ma fioccano i falsi positivi.
YouTube ha avviato una nuova ondata di limitazioni automatiche degli account attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale per stimare l’età degli utenti. Dopo l’annuncio dello scorso luglio e una distribuzione iniziale cominciata tra agosto e fine settembre, il sistema si sta espandendo a un numero sempre più ampio di utenti in tutto il mondo. Secondo numerose segnalazioni comparse su Reddit nelle ultime ore, la piattaforma di video streaming sta procedendo con controlli automatizzati che obbligano molti utenti a dimostrare di essere maggiorenni, pena la perdita di funzionalità importanti.
Come funziona il controllo dell’età automatizzato e perché gli account vengono bloccati
Il sistema implementato da YouTube si basa su modelli di intelligenza artificiale capaci di stimare l’età di un utente, anche in assenza di dati certi. Se l’algoritmo ritiene – per qualsiasi motivo – che un determinato account possa appartenere a un minorenne, impone una verifica obbligatoria dell’identità prima di consentire l’accesso ai contenuti riservati agli adulti.
Chi si trova coinvolto in questo processo vede improvvisamente limitata la propria esperienza sulla piattaforma. I video destinati a un pubblico maturo diventano inaccessibili, ma le limitazioni non si fermano ai contenuti:

gli annunci pubblicitari diventano generici, non personalizzati
vengono attivati automaticamente gli strumenti di benessere digitale come i promemoria per fare pause o per andare a dormire
tutti i video caricati risultano privati per impostazione predefinita
alcuni argomenti considerati delicati vengono parzialmente filtrati o ridotti nel feed dell’utente
le opzioni di monetizzazione in diretta vengono limitate, soprattutto nelle live verticali
ogni interazione (commento o video pubblicato) è accompagnata da notifiche sulla privacy
Per uscire da queste restrizioni, l’utente ha tre opzioni:
Caricare una scansione di un documento d’identità valido
Inserire i dati di una carta di credito (il processo non comporta costi)
Scattare e caricare un selfie, che verrà analizzato dalla stessa AI per stimare l’età visivamente
L’adozione di questa verifica biometrica automatica ha suscitato forti reazioni nella community. Molti utenti maggiorenni si sono visti bloccati a causa di falsi positivi, senza spiegazioni chiare sul motivo. I controlli appaiono innescati da modelli predittivi basati su dati poco trasparenti, come abitudini di visione, stile di scrittura nei commenti o semplici anomalie nel profilo.
Rischi per la privacy, errori dell’AI e tentativi di aggiramento
Il malumore cresce soprattutto per il fatto che YouTube – di proprietà di Google – richiede informazioni estremamente sensibili, come documenti d’identità e immagini del volto, per risolvere un blocco spesso scatenato da errori del sistema automatico.
Molti utenti si sono detti infastiditi all’idea di dover dimostrare la propria età senza che vi sia stato alcun comportamento scorretto, e denunciano una mancanza di trasparenza da parte della piattaforma. Alcuni hanno tentato di aggirare l’ostacolo caricando selfie falsi, anche presi da internet, ottenendo in alcuni casi esito positivo dalla verifica, ulteriore conferma di quanto l’algoritmo sia fallibile e manipolabile.
Il caso ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei dati biometrici affidati a piattaforme private. Non è chiaro se e per quanto tempo YouTube conservi questi dati, né dove vengano trattati. La società non ha fornito dettagli approfonditi, limitandosi a sottolineare che il processo è conforme alla normativa europea e che le verifiche servono a proteggere i minori da contenuti inadatti.
Nel frattempo, chi si trova coinvolto nel blocco può solo scegliere se accettare di fornire dati sensibili per rientrare nella piena operatività, oppure rinunciare a parte dell’esperienza utente, almeno finché l’account non venga riconosciuto come verificato in altro modo.
La sensazione diffusa è che l’intelligenza artificiale venga utilizzata con sempre maggiore autonomia, ma ancora senza meccanismi affidabili di revisione umana, lasciando l’utente in balia di un sistema opaco. Una situazione che, se non gestita con chiarezza, potrebbe incrinare il rapporto di fiducia con la piattaforma, già criticata in passato per le modalità poco comprensibili con cui applica filtri e restrizioni.
