Dal 2024 il bonus bollette sarà calcolato ogni trimestre. L’INPS invia i dati, ma basta un errore per perderlo.
Il bonus bollette 2024 cambia volto: l’agevolazione statale che sostiene le famiglie nei pagamenti delle utenze domestiche – luce, gas e acqua – subisce una revisione strutturale che riguarda criteri di accesso, calcolo dell’importo e tempistiche di erogazione. Il cambiamento arriva in un momento delicato: la fine del mercato tutelato e l’ingresso definitivo nel mercato libero dell’energia, un passaggio che ha già portato aumenti sensibili nelle tariffe e un maggiore rischio per i bilanci familiari più fragili.
L’INPS aggiorna i dati automaticamente, ma l’ISEE resta fondamentale
Tra le principali novità, il ruolo dell’INPS diventa più centrale. Sarà l’Istituto, infatti, a trasmettere in automatico i dati aggiornati del nucleo familiare, includendo numero di componenti, presenza di minori, persone disabili a carico e altri elementi che contribuiscono a determinare l’importo del bonus. Non si guarda più solo al valore ISEE totale, ma anche a come è composto il nucleo, introducendo una logica più mirata.
Questo meccanismo, però, non esclude il rischio di errori. Se le informazioni contenute nell’ISEE non sono aggiornate o presentano omissioni (come la nascita di un figlio, un cambio di residenza o l’ingresso di un nuovo componente), il bonus potrebbe non essere calcolato correttamente, o non essere erogato affatto.

Per questo motivo, le famiglie con redditi sotto i 15.000 euro – o fino a 30.000 euro in presenza di figli minori, disabili o situazioni particolari – devono verificare la correttezza dei dati presenti nella Dichiarazione Sostitutiva Unica e, se necessario, presentare un ISEE corrente.
L’ARERA, l’Autorità che regola il settore, ricorda che la documentazione aggiornata è il primo strumento di tutela per accedere all’agevolazione. Il rischio, in mancanza di controlli, è di vedersi negato un sostegno essenziale in una fase di rincari continui.
Cambia anche la frequenza: bonus ogni tre mesi, con importi più variabili
Se prima il bonus veniva erogato annualmente, ora cambia anche la cadenza: nel 2024 sarà distribuito ogni trimestre, con una valutazione più dinamica delle condizioni familiari. Questo significa che chi aggiorna i dati in ritardo potrebbe ricevere un importo ridotto o nullo per uno o più trimestri, perdendo così parte del beneficio.
Il valore del bonus è ancora legato al tipo di utenza e alla fornitura domestica, ma viene ricalcolato tenendo conto dei nuovi parametri familiari. Le famiglie numerose o con soggetti fragili, ad esempio, potranno ricevere importi maggiori, mentre i nuclei compatti ma con reddito più alto potrebbero vedere una riduzione dell’aiuto rispetto agli anni precedenti.
Un altro elemento critico è il passaggio al mercato libero, che ha comportato la fine di alcune agevolazioni come la riduzione dell’IVA sulle bollette. In assenza di questi sconti, il bonus diventa ancora più rilevante, ma anche più vulnerabile agli errori formali o ai ritardi nelle comunicazioni.
Oltre al bonus nazionale, alcune Regioni prevedono agevolazioni locali per le utenze. Queste misure sono cumulabili, ma anche in questo caso servono dati aggiornati e requisiti specifici.
La situazione economica attuale impone, quindi, un controllo costante della propria posizione ISEE e una maggiore attenzione alle comunicazioni dell’INPS. Gli utenti devono monitorare le bollette e verificare che il bonus sia applicato correttamente. In caso contrario, è possibile fare segnalazioni direttamente al fornitore o agli sportelli ARERA.
Il nuovo sistema, più preciso ma anche più rigido, punta a distribuire in modo più equo le risorse, dando priorità alle famiglie realmente in difficoltà. Ma questo richiede una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini e un aggiornamento tempestivo dei dati, per non perdere un beneficio che – soprattutto nei prossimi mesi – può fare davvero la differenza.
